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STRATEGIA ENERGETICA NAZIONALE 2017

Aggiornamento: 6 feb 2018

Osservazioni di GreenGea snc, società di consulenza ambientale in campo agricolo, produttivo e di governo del territorio.

Considerazioni

La proposta di Strategia Energe0ca Nazionale (SEN) è un importante passo in avan0 per il paese. Si compie finalmente il passo tanto a=eso di porre al centro delle strategie energe0che nazionali la decarbonizzazione e il rispe=o degli accordi internazionali in materia di cambiamento clima0co. Riteniamo, così come altri soggeC che si sono già espressi pubblicamente, che si possa e si debba fare di più in termini di decarbonizzazione del sistema energe0co, ma pensiamo che l’importante sia par0re.

Riteniamo però che, nonostante il complesso sistema di misure strategiche messo in campo, ci si sia concentra0 troppo (esclusivamente) sui processi Top-Down, tralasciando quasi completamente il Bo?om- Up, contrariamente a quanto indicato anche dalle stesse strategie europee. In concreto non si è adeguatamente considerato il contributo che può venire dalla micro economia diffusa (extra ETS) e dai consumi domes0ci che oltretu=o potrebbe essere a costo quasi zero per lo stato e rappresentare un importante volano economico. Riteniamo invece essenziale la creazione di una domanda stabile e duratura, che faccia spostare l’economica verso le rinnovabili e l’efficienza.

Risulta centrale, in questo senso, inserire nella SEN la valorizzazione alcuni importan0 strumen0 già esisten0, che potrebbero rappresentare (e in parte già rappresentano) un elemento fondamentale di azione, anche culturale, presso le comunità territoriali che cara=erizzano il nostro paese. In par0colare facciamo riferimento al programma europeo Pa<o dei Sindaci per l’Energia e il Clima e alle norme internazionali in termini di contabilizzazione delle emissioni di CO2.

Il primo riguarda l’azione dei circa 8.000 comuni italiani, di cui oltre 3.000 hanno già aderito al Pa=o e presentato un piano d’azione: un patrimonio enorme di pianificazione, obieCvi strategici e aCvazione di risorse locali a cui è necessario dare le gambe, e che da solo potrebbe contribuire in maniera significa0va agli obieCvi nazionali.

Un quadro in cui per altro i comuni italiani si sono dis0n0 in europa per numero di adesioni, meriterebbe di essere supportato più decisamente dal governo centrale.

Il secondo riguarda invece la necessità, culturale ed economica, di dare importanza alla quan0ficazione delle emissioni di CO2 legate alla produzione di beni e servizi, tramite un vantaggio compe00vo o, in taluni casi, un obbligo norma0vo. Nello stesso modo con cui è stato fa=o, ad esempio con la norma0va sulla sicurezza sul lavoro nelle imprese. Questo potrebbe provocare una corsa al miglioramento delle prestazioni aziendali che porterebbe a rapidi risulta0 a costo zero per il paese, dando oltretu=o vantaggio compe00vo a chi investe nell’innovazione e la sostenibilità ambientale.


Le proposte

  1. 1) Nel capitolo Fon0 Rinnovabili e Efficienza energe0ca inserire misure specifiche per: incen0vare gli En0 Locali ad aderire al Pa=o dei Sindaci per il Clima e l’Energia, realizzare i Piani d’Azione per l’Energia Sostenibile e il Clima, e per sostenerne l’a=uazione. Tali misure possono prevedere incen0vazione economica, ma anche facilitazioni di altro genere come la comunicazione, la conoscenza tecnologica, la creazione di re0, la finanza agevolata. Questa misura sarebbe per altro coerente con quanto scri=o nel paragrafo “Migliorare il sistema di governance: le proposte europee e nazionali” nel quale, a pag. 209, si fa riferimento all’ascolto delle esigenze degli En0 Locali.

  2. 2) Nelle azioni per incen0vare la diffusione delle rinnovabili e l’efficienza energe0ca nelle imprese non ETS, inserire una strategia di diffusione della contabilità delle emissioni, di organizzazione (ISO 14064) e di prodo=o (ISO/TS 14067), che diven0 requisito fondamentale per l’accesso a finanziamen0 e appal0 pubblici. Questo consen0rà di innescare processi virtuosi sulla diffusione sistema0ca delle tecnologie energe0che basso emissive nel tessuto diffuso delle PMI, rilanciando il mercato interno delle FER e l’economia ad esse collegata, senza bisogno di incen0vi economici direC. La recente revisione del “codice degli appal0”, Dlgs 50/2016, ha introdo=o alcuni 0midi elemen0 in questo senso, che vanno nella giusta direzione ma che sono assolutamente insufficien0 per compiere quel cambio di passo di cui il paese ha bisogno.




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